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Norwegian dedica un aereo a Grazia Deledda

  •  28 September 2018 | News
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Grazia DeleddaLa compagnia aerea low cost Norwegian dedica uno degli aeromobili della sua flotta a Grazia Deledda in occasione dell’anniversario della sua nascita, il 27 settembre 1871.

Nel 2019 l’immagine dell’autrice sarda Premio Nobel per la Letteratura decorerà entrambi i lati della coda di un Boeing 737 MAX 8, diventando il terzo personaggio italiano famoso a comparire su uno degli aerei del vettore, dopo Cristoforo Colombo e Marco Polo.
Fonte: ANSA

Grazia Deledda (Nuoro, 27 settembre 1871 – Roma, 15 agosto 1936) è stata l’unica scrittrice italiana a essere insignita del Premio Nobel per la letteratura (1926). Trascorse l’infanzia e la giovinezza a Nuoro, dove ebbe le sue prime esperienze letterarie. Nel 1890, in seguito al suo matrimonio con Palmiro Madesani, si trasferì a Roma. Le sue opere, attraverso le numerose traduzioni, fecero conoscere la Sardegna nel mondo; citando infatti la motivazione del Premio Nobel: «Per la sua ispirazione idealistica, scritta con raffigurazioni di plastica chiarezza della vita della sua isola nativa, con profonda comprensione degli umani problemi». La collocazione della scrittrice tra Verismo e Decadentismo ha sempre creato difficoltà di interpretazione tra i critici italiani. Il sapore vagamente verista della sua produzione le procurò le insofferenze dei abitanti della sua città natale e della sua regione, in cui le storie erano ambientate, convinti che descrivesse la Barbagia come terra rozza e arretrata. Altri invece riconoscono l’originalità della sua opera. Come per molti grandi scrittori della sua epoca, essa risulta ben inserita nel contesto europeo: tutto accarezza, ma evitando precise appartenenze. Alla scrittrice sarda spetta indubbiamente un posto di primo piano nel Novecento, insieme a Pirandello, anche lui Premio Nobel appena dieci anni dopo. La lingua italiana è comunque per lei, sardofona, una lingua non sua. In una sua lettera precisa: «Leggo relativamente poco, ma cose buone e cerco sempre di migliorare il mio stile. Io scrivo ancora male in italiano – ma anche perché ero abituata al dialetto sardo che è per se stesso una lingua diversa dall’italiana». Una doppia identità, una condizione particolare di bilinguismo e di diglossia, comune a numerosi scrittori italiani anche se non in modo così marcato come per la Deledda. Mettendo in comunicazione due sistemi linguistici e letterari diversi, la scrittrice inaugura in Italia una nuova stagione narrativa, dove traspare chiaramente l’appartenenza alla cultura originaria, e dove la propria lingua viene valorizzata come vettore di conoscenza e di crescita culturale. Tra le sue opere principali abbiamo: Fior di Sardegna (1892), Racconti sardi (1894), Elias Portolu (1903), Cenere (1904), Nostalgie (1905), L’edera (1908), Canne al vento (1913), Marianna Sirca (1915), L’incendio nell’oliveto (1918), La madre (1920), La fuga in Egitto (1925), Il sigillo d’amore (1926), Annalena Bilsini (1927), Cosima (1937, postuma).