I versi di Alessandro Madeddu, come ‘autentici’ fiori di plastica, intrecciano con arte sapiente le immagini della vita e della morte, svelando con arguta ironia – e l’immancabile saggezza dell’autoironia – la morte nella vita e la vita nella morte. Dall'immobilità sepolcrale della quotidianità terrestre, alla frenetica realtà dell’eternità celeste, l’opera si offre al lettore come una composizione floreale di inesauribili forme e colori, i cui petali, intessuti e modellati con l’artificio incorruttibile della Poesia, sono destinati a durare nel tempo.