Solo da pochi anni il termine “femminicidio” è entrato a far parte del nostro vocabolario e, tragicamente, della nostra quotidianità. Ma la motivazione patriarcale che lo caratterizza è alla base di molti degli omicidi commessi ben prima della sua diffusione.
In questo saggio vengono portati alla luce alcuni dei crimini perpetrati durante il ventennio fascista in Sardegna. Il piò noto è senz´altro quello di Antonia Mesina, beatificata nel 1987. Da uno studio approfondito di processi e sentenze, emergono però altre vicende a lungo ignorate di donne uccise, oltreché per violenza, anche per motivi di estorsione, vendetta personale, rapina. Vite spezzate spesso nel pieno della giovinezza, la cui tragicità emerge dalla crudezza dei fatti riportati con attenzione da questa inchiesta.