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Per un´iconografia della Sardegna nuragica

ipotesi sulla rappresentazione della "barca solare"

Di Alessandro Atzeni

Introduzione di Alessandro Atzeni

Prefazione di Claudio Giardino

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Un´ipotesi rivoluzionaria sull´impiego dei simboli legati alla divinità solare in epoca nuragica

Per un´iconografia della Sardegna nuragica
Novità
ISBN
978-88-3309-153-6
Co-edizione
-
Genere
Saggistica
Materia
Storia (compresa archeologia e preistoria), biografie, araldica
Collana
Thesis
Anno edizione
2024
Luogo edizione
Ghilarza
Supporto
Cartaceo
Pagine
424
Rilegatura
Brossura con lembi e cucitura filo refe
Dimensioni
21 x 29.7 cm
Peso
1.550 g
N° volumi
1
Illustrato
Lingua di pubblicazione
Italiano
Lingua originale
-
Lingua a fronte
-
Allegato
-
Scolastico
No
Disponibilità
Di prossima pubblicazione
Distribuzione

40,00 €

Perché i pugnali ad elsa gammata rappresentano la guardia a imitazione della forma di un volatile? Da questa evidenza, riportata già da Giovanni Lilliu, Alessandro Atzeni ha ricercato tutti gli esemplari di pugnali a elsa gammata finora noti presso collezioni museali e private, elencando sia i manufatti di dimensioni reali che le riproduzioni miniaturistiche, i monili e le realizzazioni scultoree o incise. In oltre 400 pagine, l'autore ha comparato un numero elevatissimo di rappresentazioni di pugnali a elsa gammata con la maggior parte delle iconografie di volatili note in Sardegna per le fasi finali della cultura nuragica: partendo dai singoli casi isolati, per poi terminare con le immagini raffigurate in cima alle navicelle. L'evidenza che ne ha tratto, riporta il significato del volatile al concetto assunto da questo animale durante l'età del bronzo e della prima età del ferro, ovvero quello di animale psicopompo, in grado di attraversare i luoghi liminali, di immergersi nelle acque e di uscirne illeso, capace di volare in alto nel cielo, per trainare la cosiddetta barca del sole, il simbolo della divinità solare per eccellenza. Il significato presunto per il pugnale a elsa gammata si ricollega infine al ruolo ipotizzato per i cosiddetti pugilatori nuragici, armati secondo l'autore dell'iconica arma. Il ruolo sacrificale e rituale assunto in modo pratico dal pugnale trova infine riscontro nell'iconografia incorporata dalla stessa fisionomia della guardia fornita allarma, quella del volatile rappresentativo della stessa divinità solare, simbolo di morte e rinascita.

«Il lavoro di Alessandro Atzeni sulle iconografie e rappresentazioni della Barca solare nella Sardegna nuragica fornisce nuovi, significativi dati su una tematica di grande interesse sia per gli studi archeologici che per quelli di storia delle religioni. Va ricordato che gli uccelli, nella mitologia nordica, non solo trasportavano la barca del sole, ma accompagnavano anche le anime dei defunti nell'aldilà. [...] L'iconografia centro-europea ed italiana raffigura di norma gli anatidi solo con le loro protomi, poste a prua e a poppa di una schematica imbarcazione e rivolte verso le opposte direzioni; con al centro un disco solare. La Sardegna nuragica, per le sue peculiarità, è sempre stata ai margini degli studi preistorici italiani: non stupisce quindi che le ricerche sul motivo della Barca solare abbiano sino ad ora trascurato di occuparsi dell'isola. Lo studio di Atzeni mira a colmare questa lacuna documentale, mettendo in evidenza le relazioni presenti tra alcuni manufatti caratteristici della cultura nuragica e il simbolo solare. [...] I numerosi reperti, rigorosamente esaminati e schedati in questo libro, dimostrano con chiarezza la relazione tra il pugnale gammato e le varie rappresentazioni di volatili attestate nella cultura materiale nuragica. Lo studio di Atzeni fornisce quindi un contributo rilevante e accurato alla tematica della Barca solare, permettendo così di includere finalmente a pieno titolo anche la Sardegna nel quadro dell'impiego europeo di questo simbolo della divinità solare, colmando una significativa lacuna conoscitiva.»

Dalla prefazione del prof. Claudio Giardino, Università del Salento.

Alessandro Atzeni

Alessandro Atzeni (1986-)

Laureato in Scienze Naturali con una tesi sperimentale dal titolo Dal combattimento alla lesione, ricerca di indicatori in resti scheletrici di Età nuragica. Si è specializzato in Quaternario, Preistoria e Archeologia con il massimo dei voti all'Università di Ferrara, con una tesi sul confronto tra la bronzistica nuragica e i manufatti archeologici, la cui completezza della trattazione è stata insignita dalla dignità di stampa. Si è poi specializzato con il massimo dei voti in Preistoria e Protostoria presso l'ateneo di Lecce con una tesi sulle Iconografie e rappresentazioni della barca solare nell'ambito della Sardegna nuragica. Ha pubblicato numerosi articoli divulgativi e scientifici su riviste regionali e nazionali, è inoltre autore di diversi libri di archeologia nuragica: Gherreris: dai bronzetti alle statue di Mont'e Prama (2016); La monetazione nella Sardegna nuragica: ipotesi e ricerche (2019); Gladiatores: combattimenti rituali nella Sardegna nuragica (2020). Archeologo professionista, si occupa anche di didattica e divulgazione della Storia e dell'Archeologia della Sardegna, come docente presso enti di formazione e istituzioni pubbliche e private. Svolge anche laboratori didattici e workshop di archeologia sperimentale, mostrando in particolare gli antichi sistemi di fusione e lavorazione del bronzo. È curatore di diverse mostre itineranti su temi storico-archeologici e scientifici.