Rileggere e rilanciare l’opera di Luigi Nieddu L'altro Gramsci, e ragionare sul senso profondo di una riflessione disincantata e documentata sulla figura di Antonio Gramsci rappresenta anzitutto un atto di giustizia. Infatti, da decenni ormai si assiste a una colossale opera di occultamento, manipolazione e travisamento nei confronti dell’opera di un classico del pensiero politico novecentesco che, come tale, merita un’interpretazione condotta con i criteri più avanzati da decenni codificati in sede di epistemologia storiografica.
Sui motivi di tale pervertimento delle fonti storiche sono state offerte valide spiegazioni, minoritarie ma ormai, di fatto, ineludibili. La postuma canonizzazione di Gramsci, a partire dall’operazione-Togliatti, è stata condotta tramite sapienti operazioni di marketing politico, senza che la scienza storiografica – con importanti eccezioni – abbia mai sollevato una voce chiara orientata al recupero di una metodologia storica all’altezza del difficile compito.
Per comprendere il valore esemplare del metodo storiografico di Nieddu è necessario sottolineare come L’altro Gramsci rappresenti solo una tessera di un mosaico che lo storico sardo ha pazientemente riportato alla luce tramite la scoperta di elementi che hanno poi determinato il riempimento delle troppe «caselle vuote» di un puzzle che la storiografia dominante ha sempre tentato di occultare. Perciò, in questa sede, saranno considerati, a parte L’altro Gramsci, alcuni altri scritti ritenuti essenziali.